Povera scuola! Oltre ai tanti sindacalisti del settore stanno crescendo schiere di genitori che fiancheggiano i loro figli in dispute pseudo-pedagogiche sterili quanto pericolose.Gli insegnanti devono - oltre alle “intemperanze” degli alunni (schiavi di telefonini e similari, che tendono a portare anche in classe) sono costretti ad interagire con genitori che danno a priori ragione in tutto e per tutto ai loro figli, non capendo che la scuola è roba seria e che non la si può barattare concedendo ai loro amati figliuoli tutto e subito.
E’ pure vero che la scuola si sta burocratizzando,
che un bel po’ di tempo viene utilizzato per capire/applicare programmi
infarciti di sterili quanto inopportuni psicologismi.
Che la
scuola debba camminare di pari passo con la società è un fatto scontato,
ma modi e tempi non sono automatici.
Essa è un’
agenzia educativa importante, ma non può e non deve sostituirsi ai genitori
che, invece, vorrebbero darle piena delega, smarcandosi cosi dal loro ruolo
primario.
In famiglia
si applica quella che un tempo veniva definita educazione diretta.
La scuola e
il resto (relazioni sociali e/o amicali) sono forme di educazione indiretta,
importantissime ma non sostitutive.
E invece le
famiglie tendono a invertire i ruoli,
non capendo che il mestiere dell’insegnante è delicato quanto faticoso.
Non è
possibile pensare che il corpo docente
debba giornalmente imbastire una lotta educativa con quegli alunni (il
loro numero è divenuto esponenziale) con alle spalle genitori che, per motivi
diversi, (che andrebbero capiti e analizzati, naturalmente) scaricano sugli
insegnanti il compito/dovere di formare
in toto i loro figli .
Un po’
ciascuno non fa male a nessuno, dice il
proverbio.
Il diritto
implica il dovere e viceversa.
Dovere della
scuola è offrire un corpo docente preparato ad assumere il ruolo conferitogli,
dovere di un genitore è quello di interagire costruttivamente con gli insegnanti.
L’interazione
(non è questa la sede idonea per
parlarne opportunamente) è vitale per la buona riuscita dell’azione educativa.
E’ evidente
che anche nel corpo insegnante si annidino gli incompetenti; la speranza è che
il loro numero sia – come si suole dire-
meramente fisiologico.
Qui si vuole
più semplicemente rimarcare l’azione
sbagliata di quei genitori che difendono ad oltranza i loro figli, che confrontano
i voti, che pensano di poter liberamente interferire, che identificano i loro
figli come vittime dell’azione
educativa, che non accettano in alcun modo che gli insegnanti ne rimarchino le
manchevolezze (specie quelle comportamentali).
Servono
dialogo e confronto. Non chiusure e pregiudizi.
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