Bruciare libri è forse il nuovo “sport” di quanti, nella locride, non amano la parola scritta, la forza della sua azione culturale. Solo così è possibile dare una spiegazione “plausibile” all’attentato di venerdì scorso ai danni della neo-sede della tipolitografia di Mimmo Garreffa sita in Ardore Marina. Cumuli di libri anneriti dal fuoco, un odore acre e soffocante che - senza per questo voler fare paragoni esagerati - rimandano alle tragiche immagini della mai dimenticata propaganda nazifascista. Mimmo Garreffa, architetto, è tornato da Torino circa 25 anni or sono col preciso intento di contribuire alla crescita socio-culturale del nostro territorio. La sua piccola tipolitografia ha saputo nel tempo diventare anche un piccola casa editrice con al suo attivo circa 300 titoli, molti dei quali inerenti il recupero concreto della nostra memoria storica.
A Mimmo Garreffa e ai suoi collaboratori va la nostra solidarietà e il nostro affetto più cari per il vile attentato subito, con l’augurio che nuovi libri e nuove idee possano trovare collocazione e sostegno nelle iniziative future che di certo il nostro amico ricomincerà a produrre con lo stesso entusiasmo di prima.
Mimmo Garreffa e Vincenzo Stranieri |