[… ] solo
vi dico che non ci trova accua la dobbiamo comprare a due soldi il bicchiere e
patiamo un po qua […].
Fammi sapere se hai ricevuto il vaglia di lire tre
cento.
[…] fatemi sapere se vi siete messi a seminare.
Sta maledetta terra dove sono io non si
vede niente […].
Caro Padre fatemi assapere se avete ricevuto qualche
pacco che viò spedito un pacco contenente 41 pezzi di saponi cose che non mi
sono messo addosso e che mi sono messo io forsi non li avete ricevuto mi
dispiace molto, perché mi sono sacrificato 5 mesi di crudele cosa che
desiderava il mio cuore se per caso lo ricevete mi lo fate assapere se no
pazienza basta che ce la saluti altro tutto passa viò spedito un vaglia di Lire
186 non lavete ricevuto ò puro no[…]
O’ ricevuto una lettera dal vostro fratello
Francesco di maglia che mi parlava che stati arando la terra considero
come vi
trovati afflitto di lavoro ma io
non posso fare nienti pemmia cosi à voluto la fortuna e cosi sia.
Mio zio Giuseppe
(Caraffa, 1921- Fronte greco 1943)
era piccolo di statura. Mio padre lo ricorda come un tipo forte e sicuro di sé.
Uno spirito indomito capace di fare a botte anche con quelli più grandi di lui, perché non accettava i soprusi, le
ingiustizie. Era un bravo contadino, sempre pronto ad aiutare la famiglia nel duro lavoro dei campi. Ma
Mussolini e i suoi famuli volevano sedersi in tutta fretta al tavolo dei “vincitori”, cosicché
diedero in pasto le carni inermi dei
giovani soldati d’Italia. Mia nonna,
Maria Ardino, originaria di Pardesca, piccola frazione di Bianco, pianse
lacrime amare, il suo cuore presagiva che suo figlio, quasi ventenne, non
sarebbe tornato nel piccolo/grande mondo
che l’aveva partorito per vivere in mezzo ai prati e ai boschi di Stoli. A fare
il contadino, a seminare la terra arata dai buoi forti di suo padre. Aveva
ragione mia nonna, purtroppo. Zio Peppe non tornò a casa, disperso sul fronte
greco dopo l’8 settembre 1943 (data dell’Armistizio). In questa sede mi sembra doveroso omaggiarlo
rendendo pubbliche alcune delle numerose missive (lettere e cartoline postali) che
il piccolo/grande soldato di Caraffa del Bianco ebbe a scrivere ai suoi
familiari. Il tutto senza alcuno intervento sulla sua semplice quanto
commovente struttura sintattica.
Da
destra: Giuseppe Stranieri e un suo amico commilitone - Fronte greco 1943.
51° Compagnia Cannoni- 47/32 - Cartolina Postale- Divisione - Posta
Militare 121, - Ischia- lì 18,10,41.
“Carissimo Padre
vi scrivo questa cartolina per dare
notizia della mia buona salute che sto bene e cossi meglio spero sentire di voi
tutti di famiglia. Caro padre vi faccio sapere che mi trovo in una piccola
isola (leggi Ischia, N.d.r.) circondata
di mare e siamo tutti gli amici insieme (…) come fummo prima solo vi dico che
non ci trova accua la dobbiamo comprare a due soldi il bicchiere e patiamo un
po qua per altro stiamo bene. Saluti per tutti. Vostro figlio Giuseppe”.
51° Compagnia
Cannoni- 47/32 Divisione - posta Cartolina Postale- Militare 121, - Siena- lì
17,8,42.
“Sorella Carissima
(leggi Rosina, sorella maggiore, N.d.r.)
Ti scrivo questa mia presente per darti notizie
nello stesso tempo auguro di te.
Sorella Carissima ti invio i
sinceri auguri del tuo nome che il trenta agosto. Fammi sapere se hai ricevuto
il vaglia di lire tre cento. Chiudo saluta la famiglia. Tuo fratello Giuseppe”.
51° Compagnia Cannoni- 47/32 Divisione - Cartolina
Postale- Posta Militare 121, Siena - lì 15,11,42.
“Cari genitori (leggi Domenico e Maria, N.d.r.) sono
molto dispiaciuto del vostro lungo
ritardo di posta e non so più cosa
pensare adesso fatemi sapere se vi siete messi a seminare. Sta maledetta terra dove sono io non si vede
niente. Saluti. Vostro figlio Giuseppe. Buone feste”.
51° Compagnia Cannoni- 47/32 Divisione - Lettera - Posta Militare
121, ? - lì 25.08.1943.
“Carissimo
Padre con molto piacere vi scrivo questa
mia presente lettera tanto per darvi nota della mia buona salute e cosi meglio
auguro di voi tutti in famiglia. Caro padre vi comunico che sono circa due mesi
che mi trovo privo di notizie non so che cosa di pensare fatemi assapere come vi trovate voi tutti, vi
fò sapere che 2 giorni fa mi hanno fatto un permesso di andare a trovare il figlio
di compare Natale (…) e cosi siamo stati
assieme una giornata. Lui sta molto bene
mi ha raccontato tanti e tanti belli fatti che mi sono messo a ridere- uno che
si sposa l’altro che fa l’amore e allora solo io sono che faccio il soldato
l’altri stanno alle loro case, di più vi
fò sapere che ho trovato puro il cuggino Focà
(originario di Ferruzzano,
N.d.r.) al momento che io mi trovavo
presente lui ha ricevuto una vostra lettera e cosi ho saputo che stati tutti
bene, e ho saputo puro che tutti i bianchi sani (leggi parenti residenti nel
comune di Bianco, N.dr.) si trovano al nostro paese fatemi assapere se ne
andarono o puro no a mia premi di sapere tutto questo per il motivo che ciò
anche io la fidanzata. Caro Padre fatemi assapere se avete ricevuto qualche
pacco che viò spedito un pacco contenente 41 pezzi di saponi cose che non mi
sono messo addosso e che mi sono messo io forsi non li avete ricevuto mi
dispiace molto, perché mi sono sacrificato 5 mesi di crudele cosa che
desiderava il mio cuore se per caso lo ricevete mi lo fate assapere se no
pazienza basta che ce la saluti altro tutto passa viò spedito un vaglia di Lire
186 non lavete ricevuto ò puro no. Se lavete ricevuto mi lo fate assaperi
perché non so nienti, adesso voglio fare ridere un poco como mia fatto ridere
ammia il sposo (trattasi di Natale
Catanzariti, residente nella frazione Pardesca, marito di Paola Tedesco,
originaria di Caraffa del Bianco , N.dr.) di commare Pavoluzza Todisco adesso noi due vi facciamo ridere in una foto
che cosi classica ma una cosa che non vi lavevamo mandare ma noi ve la
mandiamo, altro niente resto con la penna mai col cuore gli date tanti saluti
alla sposa di compare Natale e gli dite che lui sta bene di non pensare male
che questo devi finire io saluto sorella e fratelli. Padre e madre sono per
sempre il vostro figlio Stranieri Giuseppe”.
51° Compagnia Cannoni- 47/32 Divisione - Lettera - Posta Militare
121, ? - lì 14,12,42.
“Carissimo Padre
con molto piacere vi do nota della mia buona salute al meglio auguro di voi
bene tutti che stati in buona salute. Oggi mi rrivata una lettera del 10
ottobre dove mi parlava che mia sorella Teresa si trova a mali condizioni
considerati che dispiacere a avuto il mio cuore spero che con la presente mi
date buone notizie. Io sono circa due mesi che non ricevo vostre notizie solo
due cartoline che mi scrisse mio fratello Giovanni Altro nienti considerate
como mi trovo e che dice il mio cuore nel momento in cui vi scrivo mi trovo con
amici che non vi potete immaginare. Io aspetto ogni otto giorni che vieni una
vostra lettera ma non sarà possibile di ricevere ma non so se dipendi da voi o
puro fanno ritardo non vi la prendete con mia sorella che non sarà colpa sua
che l’indirizzo sarà bene dopo un mese. O’ ricevuto una lettera dal vostro
fratello Francesco di maglia che mi parlava che stati arando la terra considero
come vi
trovati afflitto di lavoro ma io
non posso fare nienti pemmia cosi à voluto la fortuna e cosi sia. Vi prego se
mi potete accontentare che mi spedite unpo di carta se no[…] per momento altro
niente saluto caramenti sorelli e fratelli particicolari Teresina. Baci padre e
ma dre e vi auguro un Buon natale. Vostro figlio Giuseppe”.
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