Vito
Teti è un uomo da sempre impegnato ad affinare - con non poca tribolazione- la difficile arte
della “restanza”, suggestivo neologismo da lui coniato nel suo recente
saggio-racconto Pietre di pane (Un’ antropologia del restare),
Quodlibet, Macerata 2011, dove appunto ci spiega che rimanere in paese ”…
non è stata, per tanti, una scorciatoia,
un atto di pigrizia, una scelta di comodità: restare è stata un’avventura, un
atto di incoscienza , forse, di prodezza, una fatica e un dolore. Senza enfasi,
ma restare è la forma estrema del viaggiare. Restare è un’arte, un’invenzione,
un esercizio che mette in crisi le retoriche dell’identità locali. Restare è
una diversa pratica dei luoghi e una diversa esperienza del tempo”.
martedì 7 gennaio 2014
venerdì 15 novembre 2013
CARTOLINE POSTALI E LETTERE ALLA FAMIGLIA DEL SOLDATO GIUSEPPE STRANIERI (CARAFFA 1921- FRONTE GRECO 1943)
[… ] solo
vi dico che non ci trova accua la dobbiamo comprare a due soldi il bicchiere e
patiamo un po qua […].
Fammi sapere se hai ricevuto il vaglia di lire tre
cento.
[…] fatemi sapere se vi siete messi a seminare.
Sta maledetta terra dove sono io non si
vede niente […].
Caro Padre fatemi assapere se avete ricevuto qualche
pacco che viò spedito un pacco contenente 41 pezzi di saponi cose che non mi
sono messo addosso e che mi sono messo io forsi non li avete ricevuto mi
dispiace molto, perché mi sono sacrificato 5 mesi di crudele cosa che
desiderava il mio cuore se per caso lo ricevete mi lo fate assapere se no
pazienza basta che ce la saluti altro tutto passa viò spedito un vaglia di Lire
186 non lavete ricevuto ò puro no[…]
O’ ricevuto una lettera dal vostro fratello
Francesco di maglia che mi parlava che stati arando la terra considero
come vi
trovati afflitto di lavoro ma io
non posso fare nienti pemmia cosi à voluto la fortuna e cosi sia.
martedì 8 ottobre 2013
RICORDO DI PASQUINO CRUPI (Bova, 24 marzo 1940- 16 agosto 2013).
da IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA del 21 agosto 2013
Vincenzo Stranieri
Casignana- 22 settembre 1972- Cinquantenario della strage- Pasquino Crupi ricorda- con viscerale passione- i tristi avvenimenti del 22 sett. 1922. |
Pasquino Crupi è stato un intellettuale anomalo, un “calabrese” che per l’amore viscerale verso la sua terra ha finanche rischiato l’insolenza altrui, nonché qualche giudizio negativo immeritato.
domenica 22 settembre 2013
GIOACCHINO CRIACO E IL POPOLO DEI BOSCHI-
da “La Riviera”, domenica 30 giugno 2010
di
Vincenzo Stranieri
Con
Gioacchino Criaco, scrittore nato ad Africo (RC), la letteratura italiana ha
inserito nel suo grembo un artista pregevole quanto inaspettato. “Anime nere”,
romanzo d’esordio pubblicato da Rubbettino nel 2008, è divenuto, grazie al
passaparola dei lettori, un caso letterario, facendo conoscere al grosso
pubblico il popolo dei boschi, così Criaco ama definire i suoi pastori
d’Aspromonte, che, con le loro gesta efferate, hanno, paradossalmente,
contribuito alla conoscenza di un popolo ancora in fuga (Africo, paese
aspromontano, a seguito dell’alluvione dell’ottobre 1951, è stato trasferito
coattamente nelle lande desolate di un arido terreno adiacente capo Bruzzano,
poco distante dal mare Ionio). Una diaspora che, per lo scrittore, sta alla
base del demone delinquenziale che si è impadronito di un popolo per millenni
abbarbicato sui crinali d’impervi costoni e che, per questo ed altro, stenta di
darsi un’identità concreta.
“Caro Sisinio”, la lettera a Zito del 17 luglio 1994
di Enzo
Stranieri
Non ho letto
Eroi silenziosi di Angelo Jannone,
Datanew, 2012, che narra i più importanti avvenimenti di cronaca italiana degli
ultimi trent'anni. “La Riviera” di domenica 26 agosto u.s., p. 4, riferisce che
Carlo Vulpio (vedi Corriere della Sera del 22 agosto 2012, pag.37) considera il
volume in questione “un libro onesto”. Di certo è così. Ma spiace molto sapere
che Jannone, nell’esercizio delle sue funzioni ( Ufficiale dell’Arma), per
paura d’essere accusato di complicità geografica (è possibile dire così per chi
vive e opera in Calabria?), pur convinto dell’innocenza del senatore socialista
Sisinio Zito e di suo fratello Antonio, non seppe dire no, come lui stesso
scrive, alla richiesta di sorveglianza speciale avanzata dalla Procura di Palmi
per il fratello del senatore, pur certo che i due fossero estranei a ogni
accusa. Il caso fa molto riflettere: un dolore incontenibile che ha
radicalmente alterato la vita di due onesti cittadini. Ricordo che noi
socialisti della Locride rimanemmo affranti, sconfortati, ma anche certi della
completa innocenza dei nostri carissimi amici, nonché autorevoli compagni di
partito. Ero affranto e arrabbiato, e ritenni giusto comunicare la mia vicinanza
e il mio affetto a Sisinio e ad Antonio, scrivendo al primo, in data 17 luglio
1994, la lettera che segue:
Caro Sisinio,
il caso
“giudiziario” che ha investito come un uragano te e Totò rivela aspetti più che
kafkiani. Ne “Il processo” J.K. non conosce le ragioni del suo arresto. La
forza coercitiva del Potere, alla fine, lo porterà a incolparsi di delitti mai
commessi, a “morire come un cane”.
venerdì 20 settembre 2013
L’antico dialetto dei paesi grecanici posti tra impervie montagne a metà strada tra Locri e Reggio Calabria . A Salvino Nucera (Chorìo di Roghudi, 1952) si deve un innovativo ampliamento degli orizzonti compositivi con un percorso che tenta di coniugare una lingua molto arcaica, dall'aspro e, talvolta, ristretto bagaglio lessicale con nuove esigenze espressive.
di Vincenzo
Stranieri
Ho letto con piacevole sorpresa,
nonché con un certo ritardo, le poesie di Salvino Nucera pubblicate
dall’editore Qualecultura- Jaca Book di Vibo Valentia (1999), intitolate Chimàrri
(Rivoli). Avevo già apprezzato l’animo lirico dell’autore in Chalònero
(Sogno svanito), primo romanzo in assoluto della letteratura in lingua
greca di Calabria, e nella raccolta di poesie Agapao na graspo (Amo
scrivere). Come per le due opere citate, anche in Chimàrri,
oltre alla versione in dialetto grecanico, vi è a fronte quella in lingua
italiana. POETI CONTADINI/ PASTORI DELLA VALLATA LA VERDE NEL PRIMO CINQUANTENNIO DEL NOVECENTO
di Vincenzo Stranieri
Nel numero scorso abbiamo affrontato il tema della poesia popolare alla
luce di un’interessante inchiesta giornalistica di “Vie Nuove” (anno IX, n, 1, 4 gennaio 1953, p. 12) a
proposito di alcuni poeti contadini/pastori della vallata “La Verde”.
“La memoria antropologica” di Antonino Mazza, poeta, traduttore, editore, che emigra in Canada dalla Calabria nel 1961, e che ha studiato letteratura inglese, letteratura comparata e filologia romanza presso la Carleton University, l’Università di Toronto e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Attualmente vive a Ottawa. La nostra casa è in un orecchio cosmico, primo impegno poetico di Antonino Mazza, è una testimonianza della crescente realtà intellettuale della comunità italo-canadese.
di Vincenzo Stranieri
La realtà dell’infanzia insegue l’emigrante
storico in modo ossessivo; egli vive una doppia condizione psicologica: il
passato, che per il fatto di trovarsi in una posizione non secondaria della
mente, può essere definito tempo presente, è la realtà d’ogni giorno, che
richiede fatica, sforzi d’integrazione non indifferenti.
giovedì 15 agosto 2013
L’OTTANTESIMO COMPLEANNO DELLO SCRITTORE SAVERIO STRATI (S.AGATA DEL BIANCO, 16/08/1924)
LA SUA ARTE E’ LA TESTIMONIANZA DI UN IMPEGNO LETTERARIO CHE AFFONDA LE RADICI IN UN MERIDIONALISMO PRIVO DELLE ANTICHE SCORIE A SFONDO POPULISTISTICO
di Vincenzo Stranieri
Quando Saverio Strati tornava nella sua S.Agata con una
certa regolarità, nella casa della mitica contrada Cola da dove ha avuto inizio
il suo importante viaggio letterario, ero ancora troppo giovane per capire
appieno l’importanza della sua opera. Nelle nostre brevi chiacchierate (anni
’70), mi colpivano particolarmente due cose: la rabbia positiva che animava la
sua arte, l’amarezza, profonda, dello scrittore per la gelosia, la totale
mancanza di solidarietà e di spirito di aggregazione, che stavano alla base
dell’arretratezza culturale ed economica della Calabria.
Laurea ad honorem a Saverio Strati
Intervista di Francesco Ardino a
Vincenzo Stranieri
D: Lei ha scritto alcuni interessanti saggi su Saverio Strati
dai quali si evince una frequentazione culturale con l’autore de La Marchesina (1956), se pur
limitatamente ai periodi in cui l’artista faceva ritorno nella sua casa di
contrada “Cola” in S. Agata del Bianco, suo paese natio.
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