domenica 22 settembre 2013

“Caro Sisinio”, la lettera a Zito del 17 luglio 1994




di Enzo Stranieri
Non ho letto Eroi silenziosi di Angelo Jannone, Datanew, 2012, che narra i più importanti avvenimenti di cronaca italiana degli ultimi trent'anni. “La Riviera” di domenica 26 agosto u.s., p. 4, riferisce che Carlo Vulpio (vedi Corriere della Sera del 22 agosto 2012, pag.37) considera il volume in questione “un libro onesto”. Di certo è così. Ma spiace molto sapere che Jannone, nell’esercizio delle sue funzioni ( Ufficiale dell’Arma), per paura d’essere accusato di complicità geografica (è possibile dire così per chi vive e opera in Calabria?), pur convinto dell’innocenza del senatore socialista Sisinio Zito e di suo fratello Antonio, non seppe dire no, come lui stesso scrive, alla richiesta di sorveglianza speciale avanzata dalla Procura di Palmi per il fratello del senatore, pur certo che i due fossero estranei a ogni accusa. Il caso fa molto riflettere: un dolore incontenibile che ha radicalmente alterato la vita di due onesti cittadini. Ricordo che noi socialisti della Locride rimanemmo affranti, sconfortati, ma anche certi della completa innocenza dei nostri carissimi amici, nonché autorevoli compagni di partito. Ero affranto e arrabbiato, e ritenni giusto comunicare la mia vicinanza e il mio affetto a Sisinio e ad Antonio, scrivendo al primo, in data 17 luglio 1994, la lettera che segue:

Caro Sisinio,
il caso “giudiziario” che ha investito come un uragano te e Totò rivela aspetti più che kafkiani. Ne “Il processo” J.K. non conosce le ragioni del suo arresto. La forza coercitiva del Potere, alla fine, lo porterà a incolparsi di delitti mai commessi, a “morire come un cane”. 

venerdì 20 settembre 2013

L’antico dialetto dei paesi grecanici posti tra impervie montagne a metà strada tra Locri e Reggio Calabria . A Salvino Nucera (Chorìo di Roghudi, 1952) si deve un innovativo ampliamento degli orizzonti compositivi con un percorso che tenta di coniugare una lingua molto arcaica, dall'aspro e, talvolta, ristretto bagaglio lessicale con nuove esigenze espressive.



di  Vincenzo Stranieri
Ho letto con piacevole sorpresa, nonché con un certo ritardo, le poesie di Salvino Nucera pubblicate dall’editore Qualecultura- Jaca Book di Vibo Valentia (1999),  intitolate Chimàrri (Rivoli). Avevo già apprezzato l’animo lirico dell’autore  in  Chalònero (Sogno svanito), primo romanzo in assoluto della letteratura in lingua greca di Calabria, e nella raccolta di poesie Agapao na graspo (Amo scrivere). Come per le due opere citate, anche in Chimàrri, oltre  alla versione in dialetto grecanico, vi è a fronte quella in lingua italiana.

POETI CONTADINI/ PASTORI DELLA VALLATA LA VERDE NEL PRIMO CINQUANTENNIO DEL NOVECENTO



                                                di  Vincenzo Stranieri
Nel numero scorso abbiamo affrontato il tema della poesia popolare alla luce di un’interessante inchiesta giornalistica di “Vie Nuove” (anno IX, n, 1, 4 gennaio 1953, p. 12) a proposito di alcuni poeti contadini/pastori della vallata “La Verde”.

“La memoria antropologica” di Antonino Mazza, poeta, traduttore, editore, che emigra in Canada dalla Calabria nel 1961, e che ha studiato letteratura inglese, letteratura comparata e filologia romanza presso la Carleton University, l’Università di Toronto e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Attualmente vive a Ottawa. La nostra casa è in un orecchio cosmico, primo impegno poetico di Antonino Mazza, è una testimonianza della crescente realtà intellettuale della comunità italo-canadese.



                                                         di Vincenzo Stranieri 
 La realtà dell’infanzia insegue l’emigrante storico in modo ossessivo; egli vive una doppia condizione psicologica: il passato, che per il fatto di trovarsi in una posizione non secondaria della mente, può essere definito tempo presente, è la realtà d’ogni giorno, che richiede fatica, sforzi d’integrazione non indifferenti.

giovedì 15 agosto 2013

L’OTTANTESIMO COMPLEANNO DELLO SCRITTORE SAVERIO STRATI (S.AGATA DEL BIANCO, 16/08/1924)


LA SUA ARTE E’ LA TESTIMONIANZA DI UN IMPEGNO LETTERARIO CHE AFFONDA LE RADICI IN UN MERIDIONALISMO   PRIVO DELLE  ANTICHE SCORIE A SFONDO POPULISTISTICO

                                           di Vincenzo Stranieri

Quando Saverio Strati tornava nella sua S.Agata con una certa regolarità, nella casa della mitica contrada Cola da dove ha avuto inizio il suo importante viaggio letterario, ero ancora troppo giovane per capire appieno l’importanza della sua opera. Nelle nostre brevi chiacchierate (anni ’70), mi colpivano particolarmente due cose: la rabbia positiva che animava la sua arte, l’amarezza, profonda, dello scrittore per la gelosia, la totale mancanza di solidarietà e di spirito di aggregazione, che stavano alla base dell’arretratezza culturale ed economica della Calabria. 

Laurea ad honorem a Saverio Strati



                             Intervista   di Francesco Ardino a  Vincenzo Stranieri

D: Lei ha scritto alcuni interessanti saggi su Saverio Strati dai quali si evince una frequentazione culturale con l’autore de La Marchesina (1956), se pur limitatamente ai periodi in cui l’artista faceva ritorno nella sua casa di contrada “Cola” in S. Agata del Bianco, suo paese natio.

venerdì 19 aprile 2013

CARLO BADIA E L'ARTE (Racconto breve del 1984)



L'arte  attendeva al varco  Carlo Badìa con la pazienza maligna di una pianta carnivora. Come la città, che mai lo aveva incluso nel suo grembo . O come il paese, che lo aveva costretto a una fuga precipitosa. Anche Luigi, amico d'infanzia, era caduto nella rete del tradimento, la sua bella era scomparsa nel traffico impietoso della città.
 Ti vedo cittadina,
 contadina dai piedi scalzi.
Il tuo abbandono aumenta
la mia inerzia, il tremore
delle mie mani callose.
  ( Luigi)
 Carlo mitizzava la più semplice delle sue azioni, ostinandosi a celebrare se stesso. Solo un avvenimento eccezionale lo poteva distrarre dalla rupe, dai suoi famelici abissi.

giovedì 11 aprile 2013

Trasformiamo il mondo degli anziani non in un esercito di reietti ma in strenui difensori della natura, diamo loro il privilegio, per dirla con V. Shiva, di correre “nella foresta ad abbracciare i tronchi che i tagliatori stanno per abbattere".


Le ultime proiezioni demografiche mostrano che un po’ tutta la popolazione mondiale sta invecchiando. Infatti, tranne i soliti paesi (Africa, Cina, Asia) che producono figli senza curarsi- almeno per ora- delle teorie di Malthus, il resto delle nazioni, specie quelle europee, viaggiano verso la crescita zero,  che non lascia ben sperare per il futuro.

martedì 19 febbraio 2013

La barca di Leo ( racconto scritto nei primi anni ’80)- Pubblicato su "Il Quotidiano della Calabria" Domenica 24 marzo 2013, pag.20-



Leo rinforzò con degli assi di legno le finestre. Era questione di tempo, le case
non avrebbero retto a lungo alla violenza del vento. La montagna aveva
ingoiato fiumi d'acqua: poteva cedere all'improvviso.