venerdì 7 ottobre 2011
venerdì 2 settembre 2011
Le donne di Roghudi
«Il macigno di cui sono costruiti molti Paesi dell’Italia meridionale è stato portato sulla testa delle donne. Ho visto uomini sotto gli stessi pesi come una dannazione, non ho mai veduto in una donna sotto l’inumano fardello un’espressione diversa dalla fedeltà alla fatica. L’impressione di queste donne di fatica è di un gruppo in cui tutto quanto è grazia, intimità, fragilità regna sovrano e vince la stessa pena». (Corrado Alvaro Le donne che portano pesi).
venerdì 26 agosto 2011
Caraffa del Bianco- Rione Torre- 23 Agosto 2011, ore 18,30- Inaugurazione Casa della Salute-
La macchina, pur malandata, percorre veloce la provinciale che mi porta in paese sobbalzando per via della strada sconnessa a dismisura. Sono in ritardo, mi ripeto contrariato. Accendo la radio per allontanare il nervosismo. Un giornalista della CCNN, in un inglese alterato e quasi stridulo, annuncia che il bunker di Gheddafi è stato distrutto dai ribelli e che il colonnello è stato messo in fuga. Morte, distruzione, tanto sangue è costata questa strana rivoluzione targata anche FB. Mi aspettano in paese per moderare il dibattito introduttivo dell’inaugurazione della Casa della Salute di Rione Torre.
sabato 6 agosto 2011
mercoledì 27 luglio 2011
L’ARTE DELLA “RESTANZA” DI DON MASSIMO ALVARO
DI VINCENZO STRANIERI*
Su FB (facebook) tanti sono stati i post attestanti la sincera vicinanza ai familiari di Don Massimo Alvaro. Persone ora residenti al Nord, suoi ex alunni intristiti per la morte del caro Maestro.
lunedì 28 febbraio 2011
LE VIE DEL CANTO Nel recentissimo saggio-racconto Pietre di pane (Un’ antropologia del restare), Quodlibet, Macerata 2011, Vito Teti, antropologo, narra l’avventura del restare- la fatica, l’asprezza, la bellezza, l’etica della “restanza”. Pubblicato su "il Quotidiano della Calabria", giovedi 24 febbraio 2011, pag.46
di Vincenzo Stranieri
I poeti non hanno bisogno di viaggiare, conoscono spazi infiniti, volgono il loro sguardo su distese dove non giunge nemmeno l’occhio insolente dei nuovi sistemi satellitari, perché la visione d’insieme di un poeta, il suo radar intellettuale è in grado di opporsi a chi crede- e sono in molti, purtroppo- di poter trasformare l’esistenza vera in realtà virtuale, costruita sulla totale finzione.
martedì 8 febbraio 2011
IL POTERE NEL PENSIERO DI CORRADO ALVARO
di Vincenzo Stranieri
Intellettuale dalle letture insospettate (tutte sotto il segno della migliore tradizione della cultura occidentale), mai si è comportato come un Bertoldo alla corte del principe. L’uomo è forte” è un romanzo dove l’impegno civile dello scrittore nato a S.Luca si evidenzia in una luce particolare.
IL RUOLO DEL CORPO NELLA SOCIETÀ ANTICA E CONTEMPORANEA
di Vincenzo Stranieri
Non conosco l’intimo motivo che mi ha fatto collegare il saggio di Carmelo Carabetta Corpo forte e pensiero debole. Immagine, efficientismo, edonismo, sessualità e corpo umano nel postmodernismo, Franco Angeli Editore, 2007, ad “Immobilità”, poesia d’amore di E. Evatušenko.
Non conosco l’intimo motivo che mi ha fatto collegare il saggio di Carmelo Carabetta Corpo forte e pensiero debole. Immagine, efficientismo, edonismo, sessualità e corpo umano nel postmodernismo, Franco Angeli Editore, 2007, ad “Immobilità”, poesia d’amore di E. Evatušenko.
giovedì 9 dicembre 2010
APPELLO GENERAZIONALE
Quello che chiedo a tutti, specialmente alla mia/nostra generazione, è di non tradire la nostra infanzia, di custodirla come un dono prezioso e di pensarci ancòra "cotraregli" con nel cuore la voglia di dare al prossimo il meglio di noi stessi. Io vi porto tutti nel cuore, e, quando la solitudine m'inquieta più del dovuto, percorro le nostre "rughe" silenziose dove neanche i cani latrano, le finestre sono sbarrate e ognuno é in attesa del giorno. In quei momenti ritorno bambino e assieme a tutti voi ripercorro festoso le vie popolate della nostra infanzia.Amo la mia/nostra terra perché mi protegge dall'urbanesimo forzato, mi offre serenamente tutta la sua storia antropologica.
martedì 30 novembre 2010
Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati (Donzelli, Roma 2004, pag.597,euro 32, prefazione di Predrag Matvejevic) di Vito Teti, docente d’Etnologia presso l’Università della Calabria, dove dirige il Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo,
di Vincenzo Stranieri *
Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati (Donzelli, Roma 2004, pag.597,euro 32, prefazione di Predrag Matvejevic) di Vito Teti, docente d’Etnologia presso l’Università della Calabria, dove dirige il Centro di Antropologie e Letterature del Mediterraneo, è un viaggio intellettuale dentro l’animo dei numerosi paesi abbandonati di Calabria, i cui ruderi risultano sconosciuti e privi di senso soprattutto ai calabresi, che, in quanto a volontà di conoscenza, a valorizzazione della propria storia, peccano senza particolari rimorsi.
Quello di Teti è quindi un viaggio all’interno di paesi abbarbicati, come ci ricorda Corrado Alvaro, “…sulla schiena di una montagna come quei nidi di creta che fanno i calabroni intorno a uno spino indurito…”, e che, nonostante le alterne vicende vissute (subite) ad opera dei conquistatori di turno, riuscivano comunque a mantenere una propria identità, consegnando alle generazioni future il seme antropologico d’appartenenza: i riti, le abitudini, le tradizioni, l’idea della vita e della morte, le processioni dei santi intrise di un “sano” paganesimo, che, in nome della tradizione, appunto, vede/va numerosa anche la presenza laica, che, nella religiosità popolare, ritrova/va le forme ancestrali della propria spiritualità.
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