giovedì 15 agosto 2013

L’OTTANTESIMO COMPLEANNO DELLO SCRITTORE SAVERIO STRATI (S.AGATA DEL BIANCO, 16/08/1924)


LA SUA ARTE E’ LA TESTIMONIANZA DI UN IMPEGNO LETTERARIO CHE AFFONDA LE RADICI IN UN MERIDIONALISMO   PRIVO DELLE  ANTICHE SCORIE A SFONDO POPULISTISTICO

                                           di Vincenzo Stranieri

Quando Saverio Strati tornava nella sua S.Agata con una certa regolarità, nella casa della mitica contrada Cola da dove ha avuto inizio il suo importante viaggio letterario, ero ancora troppo giovane per capire appieno l’importanza della sua opera. Nelle nostre brevi chiacchierate (anni ’70), mi colpivano particolarmente due cose: la rabbia positiva che animava la sua arte, l’amarezza, profonda, dello scrittore per la gelosia, la totale mancanza di solidarietà e di spirito di aggregazione, che stavano alla base dell’arretratezza culturale ed economica della Calabria. 

Laurea ad honorem a Saverio Strati



                             Intervista   di Francesco Ardino a  Vincenzo Stranieri

D: Lei ha scritto alcuni interessanti saggi su Saverio Strati dai quali si evince una frequentazione culturale con l’autore de La Marchesina (1956), se pur limitatamente ai periodi in cui l’artista faceva ritorno nella sua casa di contrada “Cola” in S. Agata del Bianco, suo paese natio.

venerdì 19 aprile 2013

CARLO BADIA E L'ARTE (Racconto breve del 1984)



L'arte  attendeva al varco  Carlo Badìa con la pazienza maligna di una pianta carnivora. Come la città, che mai lo aveva incluso nel suo grembo . O come il paese, che lo aveva costretto a una fuga precipitosa. Anche Luigi, amico d'infanzia, era caduto nella rete del tradimento, la sua bella era scomparsa nel traffico impietoso della città.
 Ti vedo cittadina,
 contadina dai piedi scalzi.
Il tuo abbandono aumenta
la mia inerzia, il tremore
delle mie mani callose.
  ( Luigi)
 Carlo mitizzava la più semplice delle sue azioni, ostinandosi a celebrare se stesso. Solo un avvenimento eccezionale lo poteva distrarre dalla rupe, dai suoi famelici abissi.

giovedì 11 aprile 2013

Trasformiamo il mondo degli anziani non in un esercito di reietti ma in strenui difensori della natura, diamo loro il privilegio, per dirla con V. Shiva, di correre “nella foresta ad abbracciare i tronchi che i tagliatori stanno per abbattere".


Le ultime proiezioni demografiche mostrano che un po’ tutta la popolazione mondiale sta invecchiando. Infatti, tranne i soliti paesi (Africa, Cina, Asia) che producono figli senza curarsi- almeno per ora- delle teorie di Malthus, il resto delle nazioni, specie quelle europee, viaggiano verso la crescita zero,  che non lascia ben sperare per il futuro.

martedì 19 febbraio 2013

La barca di Leo ( racconto scritto nei primi anni ’80)- Pubblicato su "Il Quotidiano della Calabria" Domenica 24 marzo 2013, pag.20-



Leo rinforzò con degli assi di legno le finestre. Era questione di tempo, le case
non avrebbero retto a lungo alla violenza del vento. La montagna aveva
ingoiato fiumi d'acqua: poteva cedere all'improvviso.

martedì 11 dicembre 2012

LA ZINGARELLA CHE VOLEVA LEGGERE LA MANO ALLA MADONNA

Elisabetta Pulitanò (Caraffa del Bianco (RC), 20 ottobre 1925) è una contadina  piena di amore per la vita e  conserva lunga memoria sugli avvenimenti di cui è stata protagonista. E’ una vera miniera di canti religiosi, di poesie in vernacolo, racconti popolari.

sabato 8 dicembre 2012

Polvere di Farina nel caso Sallusti.


(Pubblicato su “Il Quotidiano della calabria”, giovedi 6 dicembre 2012, pag.21).

Trasformare Sallusti in un eroe è  una cosa sgradevole  che, purtroppo, rispecchia per intero la scarsa credibilità umano-culturale della nostra martoriata penisola.

lunedì 29 ottobre 2012

LA FORTUNA DI CHI CREDE IN UN DIO "DISTRATTO"

 S.Agata, 27 dicembre 1998, ore 7,50.
La fortuna di chi crede in un Dio è grande. Se è vero che le deleghe creano il potere, poca colpa è delegare la propria anima (trattasi dell’uomo che non sa perché esiste a questo mondo e a questo modo) a colui che è, alla potenza di chi non ha bisogno del tempo e dello spazio e che incarna totalmente il tutto.
 Ma forse perché distratto, forse perché assonnato, da secoli Dio lascia gli uomini nel freddo, non interviene quando la lotta fratricida ammette la lama del machete ed i missili sibilano dentro i cuori di popoli inermi.
Dio s’è distratto, dunque, e l’uomo ne approfitta.
Oppure, come spesso la ragione detta agli uomini, non esiste, è un’invenzione per non sentirsi solo nel vuoto dell’eterno Universo.
Ma se Dio esiste, pure se distratto, quando aprirà gli occhi sul mondo griderà più di Munch per l’orrore commesso in sua assenza.
Sarà un Dio solo (privo dello specchio umano che, pur se deforme e spesso privo di colori e luce) che a caro prezzo avrà pagato l’attimo in cui degli uomini poco s’è curato.
Non lo specchio umano, ma una palude limacciosa e fetida, un inferno solitario e maligno, incapace di specchiare le fattezze di Dio, del suo mondo senza fine.