di
Vincenzo Stranieri
Con
Gioacchino Criaco, scrittore nato ad Africo (RC), la letteratura italiana ha
inserito nel suo grembo un artista pregevole quanto inaspettato. “Anime nere”,
romanzo d’esordio pubblicato da Rubbettino nel 2008, è divenuto, grazie al
passaparola dei lettori, un caso letterario, facendo conoscere al grosso
pubblico il popolo dei boschi, così Criaco ama definire i suoi pastori
d’Aspromonte, che, con le loro gesta efferate, hanno, paradossalmente,
contribuito alla conoscenza di un popolo ancora in fuga (Africo, paese
aspromontano, a seguito dell’alluvione dell’ottobre 1951, è stato trasferito
coattamente nelle lande desolate di un arido terreno adiacente capo Bruzzano,
poco distante dal mare Ionio). Una diaspora che, per lo scrittore, sta alla
base del demone delinquenziale che si è impadronito di un popolo per millenni
abbarbicato sui crinali d’impervi costoni e che, per questo ed altro, stenta di
darsi un’identità concreta.